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sabato 16 maggio 2009

The Beatles - Revolver (1966)




Anno: 1966

Etichetta: Parlophone

Tracklist:
1. Taxman
2. Eleanor Rigby
3. I'm only sleeping
4. Love you to
5. Here, there and everywhere
6. Yellow submarine
7. She said she said
8. Good day sunshine
9. And your bird can sing
10. For no one
11. Doctor Robert
12. I want to tell you
13. Got to get you into my life
14. Tomorrow never knows

Con Revolver i Beatles affinarono ancor più la loro qualità migliore: il saper coniugare un sound che potessere essere ascoltato, o meglio accettato da chiunque con pezzi che spesso avevano comunque risvolti artistici di rilievo. I Beatles rimanevano un gruppo principalmente pop, più che rock: in ogni canzone di Revolver possiamo ascoltare un gruppo educato, composto, che in fase di compisizone partiva principalmente da una solida base melodica, e non si lasciava prendere la mano dalle folli jam che tanti altri gruppi stavano sperimentando. Nel 1966 il formato su cui esprimersi era diventato per tutti l' album (e i Beatles erano stati fra i primi ad intuirlo l' anno prima), ed in territorio pop il guanto di sfida al loro primato era già stato lanciato dai Beach Boys (pardon, da Wilson), a cui il quartetto di Liverpool non rispose con un prodotto così complesso e raffinato come Pet Sounds, preferendo piuttosto affidarsi a pezzi più sobri, su cui veniva dosata con parsimonia ogni singola idea. Il tutto fu poi condito da una produzione sontuosa, che garantì un appeal straordinario. Revolver è spesso ricordato come un disco psichedelico: in realtà lo è in parte, e non poteva essere altrimenti, visto quanto si espandeva la moda psichedelica, la passione per strumenti esotici e insoliti. I Beatles risposero con tre pezzi che mischiavano il gusto pop melodico a queste nuove affascinanti soluzioni: l' assonata (è il caso di dirlo) "I'm Only Sleeping", condita da un assolo in backward guitar, la tambureggiante "Love You To", che trasuda suggestione indiani non solo dal sitar ma anche dalle ritmiche, e la conclusiva "Tomorrow Never Knows", uno dei pezzi migliori del lotto, l' episodio che rappresenta al meglio la psichedelia vista dai Beatles. A fornire la giusta dose di acidità erano sempre e comunque gli sforzi fatti in produzione. Il gruppo cercava comunque di rimanere su territori ben conosciuti, ed su questi territori i pezzi che spiccano di più sono "Eleanor Rigby", canzone riuscitissima a livello melodico, tutta basata su archi e intrecci vocali, e "She Said She Said", un rock and roll poco abrasivo nel sound ma che osa (e colpisce) con alcuni cambi di tempo repentini. Per il resto, si cerca in tutti i modi di ricamare sul materiale a dispozione, robusto ma non trascendentale: "Got to Get You Into My Life" ha un incedere frizzante, grazie alla sezione di fiati, mentre "Good Day Sunshine" è arrangiata con pianoforte e handclapping. Idee centellinate per arricchire ogni singolo pezzo e farlo risalatare dallo sfondo di "normalità" su cui altrimenti si staglierebbe. Quando manca l' orpello che faccia risaltare il pezzo, la canzone colpisce di meno, ed ecco perchè "And Your Bird Can Sing" e "Doctor Robert" suonano come i pezzi sostenuti di turno, "Here, There and Everywhere" e "For No One" come le ballate di turno. La fortuna della musica dei Beatles rimane così legata alla qualità ed originalità della produzione. "Yellow Submarine" è invece l' episodio dove, invece, manca completamente la qualità del sostrato melodico: una cantilena elementare, quasi infantile, dove le intromissioni dell' orchestra e il successivo l' ingresso di alcuni campionamenti più rumoristici non serve a risolevvare il pezzo dalla sua aura di mediocrità, rendendolo anzi ancor più stucchevole. Revolver vendette tantissimo e di conseguenza entrò nella leggenda. Considerando che questo era da sempre l' obbiettivo primario dei Beatles, il disco centrò perfettamente il bersaglio. E a noi rimangono fra le mani 35 minuti di buona musica, nient' altro.


Seba.

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