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Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Porcupine Tree - Up The Downstair + Staircase Infinities EP

martedì 10 marzo 2009

Porcupine Tree - Up The Downstair + Staircase Infinities EP




Anno: 1993

Etichetta: Delerium Records

Tracklist:
1. What You Are Listening To... - (Wilson) - 0:57
2. Synesthesia - (Wilson) - 5:11
3. Monuments Burn Into Moments - (Wilson) - 0:20
4. Always Never - (Wilson / Duffy) - 6:58
5. Up The Downstair - (Wilson) - 9:59
6. Not Beautiful Anymore - (Wilson) - 3:26
7. Siren - (Wilson) - 0:53
8. Small Fish - (Wilson / Duffy) - 2:43
9. Burning Sky - (Wilson) - 11:07
10. Fadeaway - (Wilson / Duffy) - 6:15

Line UP:
* Steven Wilson, chitarra, tastiere programmazione e voce
* Colin Edwin - basso su "Always Never";
* Richard Barbieri - programmazione su "Up the downstair";
* Suzanne Barbieri - voce su "Up the downstair".
* Gavin Harrison - batteria edizione 2005.


Innanzitutto è bene partire da prefazione che ha il valore forse superiore alla recensione stessa.
È consigliabile procurarsi la versione rimasterizzata del 2005 per ascoltare l'opera nella sua completezza e vedere abbandonata la fredda drum machine della prima edizione che stona nel restante contesto e le restanti parti essere completamente risuonate per l'occasione. Del disco spesso si parte da enunciati che come pendoli inciampano sia nel vero che nel falso . Innanzitutto questo non è da considerare nel podio della carriera del gruppo, nonostante la lineup composta , le idee ci sono ma sono ancora alla ricerca della loro personalità più convincente e elegante. Ma questo non deve però pretesto per bollare il cd come mero accostamento Floydiano, sarebbe ancor più sbagliato. Il disco suona moderno invece, i riff a volte hard rock sono introdotti da un synt bass precississimo . Il songwriting della Titletrack è prova più covincente di un mare di parole. Gavin dietro alle pelli in unova edizione sa farsi valere , impreziosendo il pezzo maggiormente . A tratti intimamente solare questo viaggio nelle note Wilsoniane, ricco di cambi di tempo ma non per questo da considerar prog , spesso la struttura del brano viene ripetuta in maniera continua con l'aggiunta di elementi lisergici (“Not Beautiful Anymore” ) . la vera eccezione resta “Burning Sky” , rapsodica sequenza chitarristica in crescendo in maniera ossessiva e serpeggiante ,intorno alle escursioni soliste dotate di un certo Appeal Melodico , giunti ad undici minuti, chiedersi se davvero si può ancora parlare di strumentale. Sintomo di una maturita in continua crescita, “Synesthesia” anticipa certe sonorità future, che li renderanno celebri, in un epoca ancora in pieno flusso grunge che distoglie la critica e pubblico per buona parte. “Always Never” si avvale della presenza di Colin Edwin alle 4 corde, e di un riarrangiamento più curato nella nuova edizione che mira a rendere più limipide le sezioni acustiche. Discorso analogo per la morbida “Small Fish”.
Fadeaway” ci accompagna all'uscio con il suo tappeto syntato e solo Gilmuriano , profondo, passionale. Ad abbandonarci in un mare di echi.




Anno: 1994

Etichetta: Lazy Eye

L' EP purtroppo non gode di nuove session, ma di una rimasterizzazione che ugualmente riveste di importanza i pezzi ( caso specifico “The Joke's On You “ , lucidata a dovere per farla splendere ) che certo non velgon complessivamente meno del disco in questione, ne costituiscono semmai un piacevolissimo prolungamento artistico. Incantevole “ Cloud Zero” nella sua melanconia introspettiva e introversività sonora. Climax sonoro da applausi.
L'episodio atipico è rappresentato dalle percussioni in “ Navigator” , evocativa ma senza infamia ne lode. Più convincente si dimostra la doppietta finale, la dolcezza dell organo di “Rainy Taxy” e la superba “Yellow Hedgerow Dreamscape” , caricata della giusta tensione in una palude intricata di corde elettriche , da lasciarsi catturare.

Inspiegabilmente “Phantoms “ resta esclusiva dei possessori del doppio vinile, almeno fino all'uscita di “Stars Die:The Delerium Years” , indi attualmente, di facile reperibilità.



Gidan Razorblade



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