Creative Commons License
Rock e Dintorni by Rock e Dintorni is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Antimatter - Lights Out (2003)

sabato 7 marzo 2009

Antimatter - Lights Out (2003)




Anno: 2003

Etichetta: Strangelights Records


Tracklist:
1.Lights Out

2.Everything You Know Is Wrong

3.The Art Of A Soft Landing
4.Expire

5.In Stone

6.Reality Clash
7.Dream

8.Terminal


Line Up:
Mick Mos + Duncan Patterson (tutte le parti suonate)
Michelle Richfield (vocals)
Hayley Windosr (vocals)
Jamie Cavanagh - percussioni

Una recensione improvvisata..Ascoltavo l'album e ho seguito il flusso di emozioni, tante, in questo caso...Perchè è impossibile rimanere indifferenti al cospetto della creatura di Duncan Patterson, che iniziò questo nuovo viaggio musicale proprio dove terminava il precedente, ovvero da Alternative 4 degli Anathema, la band che lo ha consacrato e alla quale ha prestato i suoi abissali giri di basso...
L'album quindi...successore del superbo A Dream For The Blind, rappresenta un climax di emozioni soffuse, in slowmotion, dove il trip-hop si sposa con l elettronica, fondendosi con il prog-rock e l'ambient, mantendendo sempre i legami con il dark e il gothic "intelligente" che caratterizzavano la sua precedente band...L'album si apre con uno straziante suono di una sirena da guerra che introduce la splendida title-track. La tensione sale e invade, ma anzichè esplodere, implode in se stessa con dolci atmosfere elettroniche, sulle quali regna la flebile voce di Michelle Richfield che recita la sua solitudine. "Lights out as you hit the ground" recita la song, e noi la assecondiamo, luci spente mentre si arriva a terra...
La successiva "Stone" è una delicata ballata elettronica, inframmezzata da una parte più ruvida nello stile degli Anathema, e poi chiusa da una voce recitata e introspettiva
L'emozione sale, arriva il trittico di song che sempre mi incanta. "Dream" è costruita su melodie struggenti ; probabilmente il passaggio più easy-listening dell'intero album, ma cesellato da tocchi avanguardistici che lo rendono unico, vicino ai The Gatering post-Mandyllion , mentre le tastiere prima e i violini poi creano arabeschi sonori di fattura sublime. E la sezione ritmica, delicata ma precisa accompagna la song fino alla fine.
Tocca ora a "Everything You Know Is Wrong"...riflessiva, come poche, dove Mick Moss porta a fermarsi e a pensare, in meandri sonori non distanti da quei geni che rispondono al nome di Radiohead. Il pezzo è chiuso da un meraviglioso solo di tastiere, sostenuto appena dagli abissali giri di Duncan Patterson.
Nella successiva "The Art Of A Soft Landing" fa ritorna la voce di Mick Moss, e nel finale fa la sua comparsa una chitarra distorta e un urlo lontano e sofferto: è quasi il momento della catarsi dell'album, dove tutto pare fermarsi accompagnato solo dalle note gravi delle keys.
"Reality Crash" è una bellissima ballata, dominata dal basso di Duncan protagonista assoluto e da un intreccio strumentale unico, dove fa la sua comparsa, sia all'inizio che alla fine, un flauto traverso.
"Expire" è una traccia che non avrebbe sfigurato su in un album di Portishead o dei Massive Attack: 8 minuti di puro trip-hop. La voce femminile non è più delicata e ovattata come nei brani precedenti, ma si fa inquieta, turbata, mentre ripete, quasi come un mantra, "I've a solution. Final solution", e le basi elettroniche diventano fredde, artificiali, lontane anni luce dalle avvolgenti linee melodiche che emergono dalle altre canzoni.
Si giunge così a "Terminal", un brano strumentale aperto delicato, dagli arpeggi di chitarra acustica prima e di un'arpa poi. I colori si fanno scuri nella seconda parte della traccia, dove il suono dei sintetizzatori si fa più profondo e cominciano a sentirsi dei rumori di sottofondo. L'album è quindi chiuso da un ticchettio elettronico continuo.Ipnotico. È questo suono a chiudere l'album, quasi a simboleggiare la speranza che svanisce, ma sempre perseguita, mentre tutte le luci si spengono.

Un album notturno come pochi, vicino come attitudine agli Arab Strap per capacità di emozionare in questa parte della giornata...
Superbo..


Neuros

Per discuterne: Link alla recensione / Link alla discussione sul gruppo.

Nessun commento: