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domenica 1 febbraio 2009

Oasis - Be Here Now (1997)


Anno: 1997
Etichetta: Epic Records/Sony

Tracklist:
1. D'You Know What I Mean?
2. My Big Mouth
3. Magic Pie
4. Stand By Me
5. I Hope, I Think, I Know
6. The Girl In The Dirty Shirt
7. Fade In-Out
8. Don't Go Away
9. Be Here Now
10. All Around The World
11. It's Getting Better (Man!!)
12. All Around The World (Reprise)


1997. Un anno che verrà ricordato come uno dei più importanti della storia del rock inglese. I Verve pubblicano il pluriosannato Hurban Hymns e i Radiohead quello che da molti è considerato il disco rock più rappresentativo del decennio, OK Computer.

Ma nel 1997 i re incontrastati del rock mondiale sono ancora loro, gli Oasis. Forti di vagonate di milioni di copie vendute dei due dischi precedenti i fratelli Gallagher, personaggi a cui l’autostima non ha mai fatto difetto, tendono sempre di più a rappresentarsi (e a venire rapprsentati) come dei semidei del rock: risse, vita sregolata, droga, concerti tenuti davanti a folle oceaniche, paparazzi, soldi a palate. Tutti fattori che incideranno pesantemente sia sulla vita dei singoli componenti del gruppo sia sulla registrazione del nuovo disco.

Be Here Now. E’ il 21 agosto, quando sugli scaffali di tutti i negozi appare uno degli album più attesi della storia del rock inglese. Il botto a livello di vendite è subito servito: 423.000 copie vendute il primo giorno di pubblicazione, altro record infranto dai fratelli Gallagher.

Cos’è Be Here Now? Forse è più facile iniziare precisando ciò che Be Here Now non è. Innanzitutto non è un buco nell’acqua come a posteriori è stato dipinto sia dalla critica sia dallo stesso Noel. Certo, non è neanche un capolavoro: non si avvicina minimamente a un disco che ha fatto storia come (What’s The Story) Morning Glory? ma non cade troppo più in basso di un buon full lenght qual’è Definitely Maybe. E allora si torna alla domanda iniziale: cos’è Be Here Now? Innanzitutto è un disco che rappresenta fedelmente gli Oasis di quel periodo. Un disco in cui i difetti e gli eccessi (dettati soprattutto dall’abuso di cocaina) sono evidenti, sia nell’eccessivo minutaggio sia nella produzione tamarra, come i pregi. In particolare quello innato di saper scrivere canzoni pop-rock come nessun’altro riesce a fare. Be Here Now è un disco di scontro fra l’anima pop degli Oasis che venera i Beatles –i riferimenti alla band di Liverpool come al solito si sprecano, a partire dalla copertina del disco- con quella d rockstar che va a scavare in un passato caratterizzato dall’adorazione di Noel per un gruppo “pesante” come i Sex Pitols che riaffiora in chiave moderna sottoforma di una produzione che scarica sull’ascoltatore vagonate di sovraincisioni chitarristiche e sfocia in arrangiamenti barocchi e pomposi come non mai. D’You Know What I Mean, posta in apertura, ci dice già tutto a riguardo: quasi minuti 8 minuti di eccelso pop rock striato di venature psichedeliche in cui la voce trainante di Liam, coadiuvata da Noel, si inserisce perfettamente in un contesto mai troppo sostenuto che ha nella solita prova da manuale alla chitarra del Gallagher senior la sua principale fonte d’interesse. Roba per palati fini. L’altra faccia di questa medaglia è posta simbolicamente a conclusione dell’opera col quarto d’ora abbondante formato dall’accoppiata All Around The World/ It’s Gettin’ Better (Man!!). Due composizioni che certo non si possono definire brutte ma che soffrono decisamente di autocompiacimento: ciò che solo un paio di anni prima la band avrebbe condensato in poco più di tre minuti senza fronzoli ora viene dilatato all’infinito, come se il gruppo suonasse davanti a uno specchio con il solo scopo di rimirare la propria grandezza. In mezzo a questi due poli, antitetici ma allo stesso tempo in grado di attrarsi, ci sta tutto quello che ha caratterizzato gli Oasis fino a questo punto della loro carriera. Ci sono le grandi cavalcate rock di My Big Mouth e I Hope, I Think, I Know come le ballatone da stadio quali Stand By Me e Don’t Go Away, dedicata a tutte le mamme e in particolare a quella del chitarrista Bonhead, scomparsa poco prima dell’inizio delle registrazioni. Ci sono pezzi decisamente più ricercati e blueseggianti come Magic Pie e Fade In–Out (in cui presenzia come special guest Johnny Depp) come mezzi passi falsi (Be Here Now e The Girl In The Dirty Shirt).

Si può dire insomma che Be Here Now oltre ad essere il disco degli eccessi è il disco delle contraddizioni, dei contrasti e dei contrari. Forse è proprio per questo che è da sempre il disco più discusso (o discutibile?) della band di Manchester?

Alessandro Sacchi =KG=

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