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Based on a work at rockedintorni.blogspot.com. .: Death - The Sound Of Perseverance (1998)

domenica 14 dicembre 2008

Death - The Sound Of Perseverance (1998)


Etichetta: Nuclear Blast
Anno: 1998

Line Up:
Chuck Schuldiner - Guitar, Vocals
Richard Christy - Drums
Scott Clendenin - Bass
Shannon Hamm - Guitar

Tracklist:
1.Scavenger of Human Sorrow
2.Bite the Pain
3.Spirit Crusher
4.Story to Tell
5.Flesh and the Power it Holds
6.Voice of the Soul
7.To Forgive Is to Suffer
8.A Moment of Clarity

Tre anni dopo...ultimo disco in studio per i Death. Sul finire dell'estate esce "The Sound Of Perseverance", sotto Nuclear Blast, ed in una veste completamente diversa, per tutti. Chuck non ha mai nascosto il suo amore per l'heavy metal più classico, tant'è che questo disco ingloba le sonorità più classic ma non per questo meno tecniche ed entusiasmanti. A confermare questa tesi, è la cover (la seconda che i Death ci regalano, dopo "God Of Thunder" dei Kiss presente in "Human") di "Painkiller" dei Judas Priest. Il singer americano, ha nuovi compagni d'avventura: Richard Christy alla batteria, dapprima più abituato in ambiti/bands power/thrash o heavy (Demons & Wizards, Iced Earth...), Scott Clendenin e Shannon Hamm, che aiuteranno Chuck anche nel disco dei Control Denied, rispettivamente al basso e alla seconda chitarra.
Le otto tracce che compongono l'ultima opera a nome Death, sono di una forte (almeno per noi comuni mortali) e tagliano la faccia, per quanto, tante volte, barcollano aspramente su vari lidi musicali. Chuck era molto influenzato dal thrash metal '80, dal rock, dall'heavy metal classico. A questo punto, tutti questi generi, hanno subito un processo di de-strutturazione (lo ripeterò fino al vomito, certo!) tale che il thrash ora ha un taglio moderno, caratterizzato da difficoltà esecutiva secche rasoiate chitarristiche (A Moment Of Clarity) oppure il classic heavy, che, scontrandosi a morte col thrash, "favorisce" la nascita di canzoni come "Spirit Crusher".
Infine, ancora una volta con la sua impronta premonitrice, Chuck scrive ciò che la sua anima gli detta: "Voice Of The Soul" è per il sottoscritto e non solo, la strumentale heavy più bella di tutti i tempi. Prima una, poi l'interruzione della seconda, che si intreccia dolcemente in un triste arpeggio, i secondi passano ed è come se anche la nostra mente assieme a lui viaggiasse per pensare. Quando i due canali del vostro stereo diffonderanno nella stanza l'eco della chitarra, sarà l'apoteosi: ancora un arpeggio, ancora un breve assaggio solista, e poi le corde che, come un'anima che ci sta lasciando da lì a poco, si abbracciano forte per tenerci caldamente lontano dal mondo. E' l'ultimo saluto di Chuck a tutti noi.
E' un saluto però che riecheggia nel suo suono. Il suono della perseveranza, che gli permette per l'ultima volta (nei Death, eh!) di scrivere grandi testi, musiche senza tempo, con musicisti davvero in gamba. "Scavenger Of Human Sorrow" parla delle persone sadiche, coloro che amano nutrirsi della sofferenza altrui (da qui il titolo):
"...Quale sofferenza farà sua per soddisfare il tuo malsano appetito
Cominciamo ad uccidere, fatti notare sempre, prega!
Sempre al momento giusto-esulta
Nutriti del dolore, assaggia!..."
Nel primo break della canzone Clendenin stacca con un breve giro di basso, che serve a far rientrare tutti gli strumenti per il terremoto finale, di assoli sparati a folle velocità pieni di inventiva e melodia. Si prosegue, il viaggio è sofferente ed irto di ostacoli, soprattutto di persone che abusano delle parole, violentando verbalmente le persone:
"...Mordo il dolore guardando avanti, non indietro!
Mordo più forte cercando di parare la traccia di falsità ed i fendenti partoriti dalla tua anima.
Acide, le lacrime del rimorso: scorrono vane, ormai troppo tardi...
Risparmiale per il prossimo scherzo del destino..."
Cadenzata nei primi secondi, poi si frantuma in mille pezzi di scale frigie sul finale: semplicemente bella. E' la seguente "Bite The Pain", che mette in mostra anche le capacità di Scott al basso, come dimostra la seguente "Spirit Crusher" (certo, in modo minore). Questo pezzo è speciale (oddio..parla di una cosa molto triste però..) davvero.
Chuck traspone il significato della sua malattia in musica. Il tumore, lo chiama "Distruttore dell'anima" (lui venne colpito da un tumore al cervello). Ma....c'è sempre un ma...la diagnosi gli venne fatta un anno dopo. Com'è che Chuck già aveva immesso nel suo disco questo testo così? A me, sinceramente, fa pensare questo, sebbene ci siano i presupposti per pensare altre tesi, io rimarrò sempre convinto della mia, ed il testo me lo fa pensare sempre di più:
"Viene dalle profondità di un luogo sconosciuto al custode dei sogni
Se potesse ruberebbe il sole e la luna dal cielo: attento umano a vedersi, mostro nel cuore.
Non dargli riparo in te potrebbe farti a pezzi: nessuna scusa, si nutre alla luce del sole...
Distruttore d’anima, resisti e tieni duro - distruttore dell’anima...
Parlando con frasi d’odio il tipo vizioso che colpisce ed uccide
Nessuna pietà, è un piacere assaggiare il sangue che versa
Quando è tempo di nutrirsi per soddisfare il bisogno di consumare un respiro
Alcuni si alzeranno alti espirando tutto il fiato dalla voce di un'anima...".
Questo è tutto il testo...Stupendo, come sempre: una canzone tutta in crescendo che mostra il lato sensibile (mica è la prima volta) di Chuck, estremizzando il percorso musicale intrapreso dalla band (mi riferisco al cambio di tempo quasi in stile At The Gates, minuto 2:23 - io ci sento questo!). "The Sound Of Perseverance" ha ancora una "Storia Da Raccontare" intrisa di decisioni da prendere, rabbia, tristezza e ricordi del passato rinnegati. I tempi stoppati della canzone volano sino al terzo minuto, quando le chitarre toccano una superba melodia che prima si alza imponente, poi si scioglie in terra, delineando una chiusura particolarissima.
Chuck non è più cantante, ma è sempre più uno "Storyteller" pronto ad emozionarvi con la sua musica. La sua voce è più "umana", avrete notato infatti, che da "Scream Bloody Gore" ad ora, il suo screaming si è lasciato pian piano andare per lasciar posto ad un'impostazione vocale più acida. Negli ultimi venti minuti rimasti del disco, i Death ci lasciano con 3 canzoni immortali. "Flesh And The..." sembra risultare la più nervosa del lotto, sarà la tematica affrontata (lussuria e morte); "To Forgive Is To Suffer" ha un mood violento e malinconico, mentre la fine è affidata a "A Moment Of Clarity".
Ultimi otto minuti al fulmicotone, tiratissimi:
"...Spalanco i miei occhi per vedere un momento di chiarezza
[...]
La vita è come un mistero: con molti indizi, ma con poche risposte
Per indicarci cosa possiamo fare per cercare...
Messaggi che ci impediscono di arrivare alla verità..."
Perchè nella vita ci sono cose che prima o poi ti cambiano, totalmente: e queste cose ci appaiano come dinanzi uno schermo, lo schermo del nostro passato...

Davide Montoro

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